Un couscous alle radici.
Da metà febbraio il mio giardino si sta riempiendo di violette e piccole margherite. Sembra che la primavera voglia irrompere bruscamente in questo nostro primo inverno “a casa”.
Prima che finiscano l’inverno e le radici, vorrei raccontarvi di questo couscous.
Dopo otto anni a vagare tra il Nord Africa e l’Asia, questo è il primo vero inverno che attraversiamo.
Non è stato un inverno particolarmente freddo, ma per me, abituata a temperature decisamente diverse, è stato un periodo di acclimatizzazione.
Anche in cucina.
Ho ritrovato sapori invernali che avevo quasi dimenticato. Diverse varietà di zucca e la verza, mai vista altrove che in Europa.
Poi carote colorate e diversi tipi di radici e tubercoli. Ho ritrovato i miei amati topinambur.
Vorrei scrollarmi il freddo di dosso. E allo stesso tempo trattenere i colori.
Vorrei poter esprimere quel che sento attraverso le parole, descrivere il cibo, ma stavolta gli ingredienti parlano per me.
C’è qualcosa di straordinario nelle radici e in tutte le verdure che crescono sotto terra.
C’è della poesia, per chi sa leggerla. O forse, ognuno di noi è semplicemente attratto da ciò che non ha.
Radici.
Le radici hanno sempre catturato la mia attenzione culinaria, quando ne ho avute a disposizione. Nel profondo inverno, sono le sole verdure realmente di stagione, perchè le uniche abbstanza ostinate e tenaci da poter essere conservate e sopravvivere al buio. Coperte di sabbia o segatura. E ancora uscirne offrendo delicate sfumature di sapore, colore e nutrimento. Storte, informi, imperfette. Eppure…
Sono attratta dalle radici probabilmente perchè in fondo mi somigliano.
Aspettando la primavera, continuano a essere presenti nella mia cucina, e io continuo a cercavi poesie e nutrimento.
In pieno inverno, vago alla ricerca del calore delle spezie e mentre la terra gela, sapere che qualcuno ha conservato delle radici per me, sin dalla fine dell’autunno è riconfortante.
In questo couscous alle radici, queste sono arrostite al forno, metodo che le rende ancora più dolci. E se vi piacciono le spezie, allora questo piatto fa davvero per voi.
Curcuma, cannella e zenzero sono le spezie che tradizionalmente si usano nel couscous de venerdì in Marocco, almeno a Meknes.
Dimenticatevi del “mix coucous”, è fatto solo per turisti.
La paprika è un tocco in più, sentivo che ci voleva, per equilibrare il tutto.
È un piatto versatile, potete cambiate le quantità secondo ciò che avete a disposizione. Più carote, una patata dolce, o un paio di patate comuni. Il sedano rapa ci starebbe benissimo e, anche se non è una radice, la zucca avrebbe un suo perchè in questo couscous.
In realtà la zucca ha sempre un suo perchè, nel couscous.
Ispirato e liberamente tratto dal “Ultimate Winter Couscous” di Yotam Ottolenghi, da Plenty.
E un po’ da tutti i couscous mangiati durante i nostri quattro anni in Marocco.
Couscous alle radici
Ingredienti
- 4 carote medie tagliate a pezzi di 2 cm, circa
- 2 pastinache medie tagliate a pezzi di 2 cm circa
- 2 rape tagliate a pezzi di grandezza simile alle carote
- 4 topinambur sbucciati e tagliati a pezzi di grandezza simile
- 6 scalogni sbucciati
- 2 foglie di alloro
- 4 cucchiai olio extra vergine d'oliva
- 1 cucchiaino zenzero in polvere
- 1 cucchiaino curcuma in polvere
- 2 bastoncini di cannella
- 1/2 cucchiaino paprika
- 1 pizzico di scaglie di peperoncino
- 200 g ceci cotti
- 350 ml acqua di cottura dei ceci o acqua
- 170 g couscous
- 250 ml brodo vegetale bollente
- 1 manciata foglie di coriandolo fresco
- sale e pepe
Istruzioni
- Accendete il forno a 190°C. Mettete tutte le verdure in una pirofila che possa contenerle tutte e aggiungete le spezie, l'olio e massaggiate bene in modo che tutte le verdure siano ben impregnate. Infornate per 45 minuti, o fino a che le verdure siano tenere, ma ancora al dente.
- Aggiungete i ceci e l'acqua di cottura e riportate in forno ancora per una decina di minuti.
- Mentre le verdure sono quasi pronte, mettete il couscous in una ciotola capiente e resistente al calore, e versatevi il brodo bollente. Coprite la ciotola e lascite riposare per 10 minuti, dopodichè, sgranate il couscous con una forchetta.
- Per servire, mettete il couscous in una ciotola grande, Versate le verdure nel centro del couscous e decorate con le foglie di coriandolo.
Ciao Eleonora! Queste storie da mangiare sanno davvero di buono. Un piatto che senza dubbio ti rispecchia e a me lascia l’acquolina in bocca. Ma forse, più di tutto, a piacermi è il modo in cui hai scelto di raccontarcelo. Una nuova te, più forte che mai, che sceglie con cura non solo gli ingredienti ma anche le parole, il vero veicolo di nutrimento.
Grazie Sonia, che belle parole. È il più bel complimento che potessi ricevere oggi. grazie, di cuore.
Interessante, questo cous cous. Mi piace l’idea di arrostire le radici. Ho fatto recentemente una vellutata di pomodoro con i pomodori arrostiti in forno…ed il mondo cambia!
Ci ho messo almeno tre quarti d’ora a leggere questo post, non perché sia particolarmente lungo o difficile, ma perché mi sono persa nei meandri dei tuoi blog. Ho letto la prima frase del post, poi l’occhio mi è caduto sulla tua bio a lato, che non avevo notato l’altra volta, dal cellulare. Allora ho aperto quella, e da lì sono approdata in Burro e Miele, in quella meravigliosa torta alle rose e cardamomo. Ho riletto tutto, mi sono emozionata nuovamente, ho trascritto ingredienti e procedimento per farla quanto prima, poi sono atterrata su Amazon, dove ho cercato e ordinato “Como agua para chocolate ” in italiano (e mi sono chiesta perché non lo avessi fatto allora).
Nel frattempo avevo chiuso accidentalmente Storie da mangiare e l’ho riaperto, leggendo finalmente il post e la ricetta. Perdendomi tra le parole, i profumi, le sensazioni, la tua prosa delicata ma così incisiva, che lascia tracce indelebili nell’anima.
Vorrei avere la tua penna, sicuramente un talento che hai sempre avuto, ma che è stato ulteriormente plasmato dalla tua storia. E vorrei pure avere il tuo palato. L’avevo vista, quella ricetta su Plenty: tutti i couscous hanno il potere di attirare la mia attenzione, ma quella l’avevo scartata perché confesso di non amare particolarmente le radici, troppo dolci per i miei gusti, salvo poche eccezioni. Le mangio, per carità, ma i sapori che amo sono altri. Eppure leggendoti non ho potuto fare a meno di desiderare di mangiarle ancora una volta, per catturarne la magia.
Un abbraccio.
Dicono che la gente non legga più i post, che, al massimo, guarda la foto e legga la ricetta.. mi dispiace per loro, perché si perdono la magia evocativa delle tue parole, che aggiunge una dimensione ulteriore alla semplice esposizione di dosi e procedimento
Belle parole , bella ricetta ! Un abbraccio
Sto cucinando anche io marocchino in questi ultimi giorni. Non so, come una sorta di bisogno di concretezza, di contatto con la terra, senza ancora la leggerezza della primavera ma con la profondità di spezie che mi avvicinino al cuore. Qui trovo lo stesso mood. E le radici come via sicura per ritrovarsi.
sei brava veramente… scrivi un libro… bacioni dal Brasile